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Intelligenza artificiale e sanità: dall’innovazione alla pratica

L’Intelligenza artificiale sta entrando in modo sempre più evidente nella sanità, aprendo scenari che fino a pochi anni fa sembravano irraggiungibili. Oggi gli algoritmi supportano già i medici nell’analisi delle immagini radiologiche, migliorano la precisione di interventi chirurgici grazie alla robotica e aiutano a elaborare grandi quantità di referti e testi clinici attraverso il natural language processing, progressi concreti che dimostrano il potenziale dell’AI come strumento per rendere la medicina più rapida, accurata e accessibile.

Allo stesso tempo, però, non mancano le difficoltà. I dati sanitari sono spesso dispersi in sistemi non comunicanti tra loro, rendendo complessa la creazione di modelli affidabili, e l’annotazione clinica necessaria per addestrare gli algoritmi richiede tempo e risorse importanti. Inoltre, persiste una certa diffidenza nel mondo medico verso tecnologie percepite come poco trasparenti e talvolta soggette a errori difficili da spiegare. In altre parole, tra il prototipo e la sua adozione nella pratica quotidiana esiste ancora un divario significativo che va colmato con responsabilità, rigore scientifico e un approccio collaborativo.

Per affrontare queste sfide e trasformare le potenzialità dell’AI in strumenti concreti, abbiamo organizzato l’hackathon “AI Meets Medicine: Collaborative Solutions for the Future of Healthcare”, un’occasione unica in cui professionisti sanitari, ingegneri, data scientist, designer, esperti legali e rappresentanti dei pazienti si sono riuniti in team con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative capaci di rispondere a bisogni reali della pratica clinica, considerando non solo la fattibilità tecnica ma anche l’impatto etico, la sicurezza e l’aderenza al quadro normativo europeo.
L’evento, organizzato presso la sede di Google a Milano in collaborazione con Google Cloud, MIT Critical Data, Santagostino, Politecnico di Milano e Senty, si è aperto con l’intervento del Dr. Leo Anthony Celi, professore associato alla Harvard Medical School e Clinical Researcher Director al Laboratory for Computational Physiology del MIT, dove è nato il progetto MIT Critical Data, nonché leader di riferimento a livello globale nell’ambito dell’intelligenza artificiale applicata alla medicina. Nel suo discorso ha ricordato come ci troviamo “a un bivio epocale”, in cui la vera sfida non è limitare l’AI, ma ripensare radicalmente i sistemi attraverso cui impariamo, scopriamo e innoviamo. Presentando studi e ricerche sull’applicazione dell’intelligenza artificiale in medicina, ha sottolineato come questa tecnologia possa rendere la sanità più accessibile, aiutando a superare i bias umani che ogni medico inevitabilmente porta con sé. Ha inoltre evidenziato l’importanza di sviluppare modelli locali, non globali, in grado di rispondere ai bisogni concreti dei medici e dei pazienti, così da favorire diagnosi più precise e personalizzate. L’intelligenza artificiale cambierà profondamente il modo in cui pensiamo, impariamo e lavoriamo insieme, ed è fondamentale continuare a migliorarla per renderla sempre più affidabile e accessibile a tutti.

 
Al termine delle due giornate, la giuria composta da Andrea Orani – CEO & Co-founder di Elty, Massimo Piana – Chief Health Services & Innovation Officer di Unipol, Carlotta Cattaneo – Chief Innovation Officer di La Tua Casa della Salute, Francesco Caio – Chairman di Caio Digital Partners e Leo Anthony Celi ha premiato tre progetti che hanno saputo coniugare innovazione, tecnologica e valore per medici e pazienti:

  • The Story Behind the Blood Test (1°posto): un sistema che interpreta automaticamente i referti degli esami del sangue, restituendo al paziente spiegazioni chiare e comprensibili e segnalando i casi in cui è necessario contattare il medico. Lo strumento include percorsi dedicati a persone con disabilità visive o uditive e riduce il numero di richieste di chiarimento che i medici ricevono quotidianamente.
  • AI for Accessible Hearing Health (2°posto): un’applicazione di screening che consente di rilevare in anticipo problemi di udito e favorire l’accesso tempestivo a cure specialistiche. È pensata per essere utilizzata anche da chi ha difficoltà a raggiungere centri dedicati, come anziani o persone che vivono in aree meno servite.
  • Smart Voice Assistant with Embedded Triage (3°posto): un assistente vocale che risponde alle chiamate dirette ai medici di base effettua una prima valutazione dei sintomi e indirizza i casi urgenti verso il pronto soccorso. In questo modo aiuta i pazienti a orientarsi nei percorsi di cura e riduce il sovraccarico di telefonate per i medici di famiglia.

Queste esperienze dimostrano che l’intelligenza artificiale può già oggi offrire soluzioni concrete per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari. Ma dimostrano anche che il vero valore dell’innovazione nasce quando tecnologia ed esperienza clinica si incontrano in un approccio condiviso, inclusivo e responsabile.

In Elty crediamo che l’AI non debba essere un fine in sé, ma uno strumento al servizio delle persone. Il nostro impegno è promuovere iniziative che portino l’intelligenza artificiale dalla teoria alla pratica clinica, assicurando che sia utile, sicura e integrata nei processi di cura quotidiani. È questa la direzione che guiderà le nostre azioni: un’innovazione responsabile, capace di rafforzare la sostenibilità del sistema sanitario e di migliorare la vita dei pazienti e dei professionisti.

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