Programmazione europea, transizione ecologica e trasformazione digitale: la PA accelera sull’innovazione

 Programmazione europea, transizione ecologica e trasformazione digitale: la PA accelera sull’innovazione

Gli ultimi 12 mesi testimoniano un’accelerata della PA verso i processi di innovazione. È ciò che emerge dalla nona edizione dell’FPA Annual Report, presentato lo scorso 18 gennaio, e che “segna l’inizio di una nuova stagione in cui la Pubblica Amministrazione e le sue risorse umane sono al centro del cambiamento”, affermano gli autori del Report. E anche i cittadini dimostrano di apprezzare questo salto di qualità, con il 64% degli utenti che si dichiara soddisfatto della propria esperienza. Mentre rispetto all’anno precedente, cresce il numero di persone che considera qualificante, dal punto di vista professionale, lavorare nella PA.

Sono i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni a mostrare una percentuale di soddisfazione superiore rispetto alle fasce di età più avanzate (81%), si legge nella ricerca. Chi ha un titolo di studio superiore, inoltre, risulta più soddisfatto dell’esperienza lavorativa nella PA. Un dato curioso arriva, invece, dalle varie realtà geografiche del Paese. I più soddisfatti sono i cittadini del centro Italia (79%), seguiti da quelli del nord ovest (77%). Mentre la soddisfazione dei cittadini del Sud (54%) e del nord est (46%) è notevolmente più bassa.

La PA sta puntando molto sull’aiuto offerto dal PNRR che ha determinato una forte spinta al processo di innovazione. Ecco alcuni risultati descritti nel Report: 2,4 miliardi di euro sono i fondi ottenuti da 17.000 amministrazioni su oltre 22.300 potenziali beneficiari. Sono i Comuni ad assorbire la maggior parte delle risorse pari a 1,9 miliardi di euro. Il 99% delle città, spiega FPA, ha ottenuto finanziamenti su almeno una misura di PA Digitale 2026, mentre arrivano dati positivi anche da altri settori della pubblica amministrazione come le ASL (86%) e le scuole (91%).

Per quanto riguarda i grandi progetti-Paese per la PA digitale, questi sono i risultati raggiunti nel 2023 (bisogna dire, comunque, che quasi tutte le piattaforme nazionali hanno conosciuto tassi di incremento più bassi del recente passato). Le identità SPID hanno raggiunto 36,8 milioni, +10%; le Carte d’identità elettroniche sono 41,2 milioni, +26%; PagoPa +16%; l’appIO +13%.

Sempre il Report evidenzia come “i settori della sanità e dell’istruzione si trovano attualmente in uno stato di trasformazione significativa. La sanità, in particolare, affronta sfide importanti legate all’invecchiamento del personale medico e infermieristico e alla fuga di giovani professionisti all’estero. La situazione dell’istruzione rimane critica, con livelli elevati di dispersione scolastica, specialmente nel Mezzogiorno, e un mismatch crescente tra domanda e offerta di lavoro. Entrambi i settori stanno sfruttando le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per avviare importanti interventi mirati al miglioramento”.

In tema di sviluppo sostenibile, il 2023 ha segnato l’introduzione del Nuovo Codice degli appalti pubblici in vigore dal 1° luglio di un unico articolo che dà conto l’importanza dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) e dei Criteri sociali da contemplare nei bandi e negli avvisi pubblici. “Un cambio di passo importante”, lo definiscono da FPA “a fronte dei ritardi che ancora sconta il settore”. Mentre il 100% dei Comuni capoluogo afferma di conoscere il Green Public Procurement.

Il 2023 ha rappresentato una nuova stagione per la centralità assunta dalle persone dentro la PA, percepite come attori di primo piano per il cambiamento del Paese. Ci stiamo lasciando finalmente alle spalle la visione della macchina pubblica come fardello – commenta Gianni Dominici, Amministratore delegato di FPA -. L’Annual Report descrive una PA più consapevole del ruolo centrale riconquistato, una PA che nel 2023 ha navigato veloce ma controvento. Per migliorare la navigazione, oltre a semplificare le procedure, a ridisegnare i concorsi, a puntare su digitalizzazione e formazione, è necessario anche sostenere il nuovo interesse nei confronti della PA cambiandone la narrazione, facendo emergere persone e progetti virtuosi. Dobbiamo adottare nuovi modelli organizzativi basati sull’ascolto, per valorizzare le energie dei giovani talenti e rispondere a un cambiamento sempre più veloce, come ci dimostra la rivoluzione portata dall’Intelligenza Artificiale”.

Di fronte alle tre forti disuguaglianze del nostro Paese, rappresentate dal divario generazionale, di genere e geografico, le amministrazioni pubbliche devono prendere sempre più coscienza del loro ruolo decisivo nel creare coesione, giustizia sociale e ambientale – aggiunge Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA -. Per riuscirci, però, è necessario rafforzare la PA: bisogna assumere nuove forze, farlo presto e bene. E poi, oltre ad attrarre i talenti bisogna saperli trattenere, perché il rischio è che lascino il posto pubblico dopo breve tempo, trovando nel privato non solo una migliore retribuzione ma anche maggiori occasioni di crescita professionale. È quindi necessaria una vera e propria ‘metamorfosi’ delle amministrazioni, per una migliore gestione del personale, basata sul rispetto e l’attenzione alle persone, una coerente innovazione organizzativa e una pervasiva trasformazione digitale”.

Anche la PA deve essere protagonista della ‘transizione 5.0’, il nuovo paradigma che integra automazione avanzata, collaborazione uomo-macchina e sostenibilità, nato dalla necessità di ripensare lo sviluppo e i modelli di business verso una maggiore sostenibilità sociale e ambientale – afferma Andrea Rangone, Presidente di DIGITAL360 -. Per riuscirci, deve mettere al centro le persone, sia i dipendenti pubblici che spesso soffrono un’organizzazione basata più sulle regole che sulla valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, sia gli utenti dei servizi. La PA poi deve diventare più sostenibile, riducendo il consumo di energia, comprando prodotti e servizi ecocompatibili, efficientando gli edifici e promuovendo comportamenti virtuosi da parte dei dipendenti. E deve potenziare la resilienza, sviluppando attività e organizzazioni più solide e meglio preparate a far fronte ai malfunzionamenti”.

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