MediterranEU: il programma di innovazione sociale per i giovani che cambiano il mondo

 MediterranEU: il programma di innovazione sociale per i giovani che cambiano il mondo

Prendere in mano le sorti del Mediterraneo con progetti concreti di sviluppo e condurlo verso un futuro di sostenibilità economica. È la mission di “MediterranEU – Giovani che cambiano il mondo”, iniziativa giunta alla terza edizione che si è appena conclusa ad Alghero, in Sardegna.

Lo scorso 12 novembre, il Teatro Civico di Alghero ha ospitato la giornata conclusiva dell’evento a cui hanno partecipato 12 ragazzi di Rondine Cittadella della Pace, provenienti da aree in conflitto (Palestina, Israele, Libano, Nigeria, Mali, Burkina Faso, Medio Oriente), e i 45 giovani di tutta Italia di età compresa tra i 16 e i 19 anni che hanno partecipato al programma. L’incontro, aperto anche a 250 studenti delle scuole superiori della città e ai ragazzi dell’Istituto Tecnico Devilla di Sassari, è servito per ripercorrere le fasi del progetto, valutare gli obiettivi raggiunti e disporre le basi per un costante e produttivo dialogo interculturale, hanno spiegato gli organizzatori.

Grazie a MediterranEU i ragazzi partecipanti hanno potuto realizzare progetti di sviluppo locale in coerenza con gli obiettivi ONU per affrontare criticità quali alti livelli di povertà, disoccupazione, scarsa scolarizzazione, disuguaglianze di genere, divario digitale. I 12 giovani di Rondine Cittadella della Pace (che hanno concluso la fase internazionale), in prticolare, hanno seguito un percorso di creazione di impresa di 6 mesi, comprensivi di lezioni online e di attività in presenza (come il percorso di alta formazione “Social Innovation School” della Rumundu Academy) che li porterà a rientrare ad Alghero nella primavera del 2023. Per tutti loro, raccontano i promotori del percorso, l’impegno a sviluppare concretamente queste idee progettuali nel proprio paese di origine.

È stata un’esperienza davvero incredibile, che credo abbia lasciato un segno non solo nei partecipanti ma anche in noi organizzatori e docenti – ha spiegato il presidente dell’associazione Rumundu, Stefano Cucca – Quando pensiamo alle aree del mondo che vivono una situazione di conflitto o alle stesse aree depresse del nostro paese, abbiamo spesso la tendenza a voler ‘rattoppare’ ciò che si è rotto anziché investire per ridurre il danno a monte. Formare una nuova classe dirigente, capace di affrontare le criticità odierne, è invece uno dei pochi investimenti sensati che si possano fare in questo momento”. 

Per Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro, si tratta di “un’iniziativa che, oltre a porre le basi della nuova classe imprenditoriale del futuro, è in grado di esportare know-how per lo sviluppo economico e sociale e, nel contempo, instillare il seme della pacificazione tra i popoli all’interno dei Paesi del Mediterraneo”. 

Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, infine, ha aggiunto: “Quando si dà fiducia ai giovani e li si aiuta a liberarsi dai pregiudizi, l’incontro con l’altro è sorpresa, è scoperta, è esperienza di crescita che produce abbondanza. Serve però un’educazione alla relazione, ad un nuovo modo di stare nella crescita civile, un’educazione ad una cittadinanza che sia proattiva. È un bisogno urgente e non più rimandabile. Allora occorre imparare a stare nel conflitto con un diverso paradigma, accettando la sfida, costruendo pazientemente legami di fiducia e di volontà, fino all’impegno per una comune causa: la pace”.
Partner Istituzionali del progetto sono la Regione Sardegna, la Fondazione Alghero e il Comune di Alghero.

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