Dal Teatro dell’Opera a Rai 3. “La Bohème” di Mario Martone chiude il trittico del lockdown

 Dal Teatro dell’Opera a Rai 3. “La Bohème” di Mario Martone chiude il trittico del lockdown

L’intramontabile capolavoro di Giacomo Puccini in onda su Rai 3 l’8 aprile nella versione cinematografica firmata dal regista napoletano, con direzione musicale di Michele Mariotti.

Dopo “Il Barbiere di Siviglia” e “La Traviata”, Mario Martone firma il terzo film-opera prodotto da RaiCultura, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, come reazione alla chiusura dei teatri. L’8 aprile, con una introduzione di Corrado Augias, andrà infatti in onda su Rai 3 la sua «Boheme». Un lavoro che svela un aspetto già accennato nel “Barbiere”, quello della realtà del teatro senza finzioni. Siamo all’interno dell’officina drammaturgica.  Si sente il profumo degli attrezzi, dei costumi e degli oggetti di scena in questo film – girato con la ripresa musicale in diretta – ci si immerge nel presente, in quello che è un immaginario e operoso trasloco di oltre un secolo dei protagonisti pucciniani. L’azione è ambientata proprio nei Laboratori di Scenografia del Teatro dell’Opera di Roma, tra i vecchi allestimenti della soffitta che guarda Roma da via dei Cerchi. Un set ideale per questo racconto fatto di ribellione e gioia di vivere, di paura nell’affrontare le responsabilità e di sfrontatezza, di confronto generazionale, di corteggiamento e di amore. Non più la platea vuota dei Teatri chiusi, ma lo spazio del dietro le quinte, dove l’opera si costruisce, dove c’è un universo intero di lavoratori, che non si limita ad attori, cantanti e musicisti. 
Qualcosa, quindi, di radicalmente nuovo rispetto ai film d’opera come “Il flauto magico” di Ingmar Bergman, con la sua lettura filologica e il gusto squisito per l’artificio. In questo caso si parla di performance artistica, dove la regia cattura l’energia creativa di una recita teatrale e dove la musica si fa viva. Martone osa, osa negli anni Sessanta, in una atmosfera da Nouvelle Vague, e osano con lui tutti quelli che contribuiscono alla realizzazione del film. Da Jonathan Tetelman, Rodolfo, a Federica Lombardi nei i panni di Mimì; dal Coro diretto da Roberto Gabbiani, ai costumi di Anna Biagiotti; da Pasquale Mari, che firma luci e direzione della fotografia a tutta l’orchestra di Michele Mariotti, di cui segnaliamo il violoncello di Angelo Maria Santisi, talentuoso musicista romano d’adozione, impegnato in questi giorni in diversi concerti nei maggiori teatri italiani. Una passione – quella di Santisi – per il cinema, come dimostrano le numerose collaborazioni nelle colonne sonore di pellicole prodotte negli ultimi anni per il grande schermo e per le piattaforme di streaming. 

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