Il fenomeno del ghosting e i rischi per la Generazione Z

 Il fenomeno del ghosting e i rischi per la Generazione Z

Come per la sindrome dell’hikikomori (la scelta di isolarsi completamente dal mondo), anche per il ghosting è ancora il Giappone ad essere precursore. Il fenomeno dello sparire senza lasciare traccia (ghosting, da ghost: fantasma) colpisce sia il mondo virtuale (profili social) che quello reale. Proprio in Giappone esisterebbero anche delle speciali “agenzie” in grado di aiutare persone che decidano di cambiare vita e lasciarsi tutto alle spalle a costruirsi un futuro altrove. I motivi? Evitare l’onta sociale di un fallimento o semplicemente mollare responsabilità troppo grandi da affrontare.

Sta di fatto che il ghosting è sempre più diffuso, anche in occidente. Per Sabrina Molinaro, ricercatrice Cnr e responsabile dello studio Espad sulle dipendenze da alcool, tabacco e sostanze psicotrope tra i giovani, “chi sparisce del tutto può avere un disturbo narcisistico della personalità”. Non solo gli adulti, anche i giovani sono soggetti a rischio, in particolare la Generazione Z, perché il ghosting colpisce anche le relazioni nate e cresciute via chat e sui social, dove è più facile troncare un rapporto bloccando un contatto o cancellando un profilo.

Il 48% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni è connesso al web per almeno il 20% della giornata e nove ragazzi su dieci usano la rete per chattare e stare sui social (dati Espad). Cosa rischiano le vittime di ghosting? Sicuramente il trauma di essere abbandonati senza conoscerne il motivo che può portare ad una serie di ripercussioni come tristezza, attacchi d’ansia e nei casi più gravi anche depressione. C’è anche chi ricorre al ghosting come strategia di comunicazione aziendale. Alcuni grandi brand (soprattutto del mondo della moda) scelgono volontariamente di ridurre la loro comunicazione su Intagram per andare in controtendenza rispetto ai marchi concorrenti.

Il fenomeno del ghosting

La scelta è di “farsi inseguire” dai consumatori, commentano gli esperti di marketing, anche in caso di cambio alla guida creativa del brand oppure per una precisa scelta etica circa un uso più appropriato del web. Una cosa è certa, nel mare magnum dei miliardi di post condivisi ogni giorno sui social, l’idea di non voler lasciare troppe stracce della propria vita virtuale sta anche nella filosofia delle storie e dei messaggi che scompaiono. Certo, il ghosting è tutt’altra storia.

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