Le tendenze tecnologiche 2022 per guidare il cambiamento secondo VMware

 Le tendenze tecnologiche 2022 per guidare il cambiamento secondo VMware

VMware, con Anitec-Assinform, ha delineato le recenti tendenze in campo tecnologico e digitale destinate a guidare il cambiamento per il 2022 e oltre

Lo scorso 17 febbraio, VMware Italia, branch locale del provider leader di servizi multi-cloud a livello globale, ha organizzato un evento online dedicato alla stampa per esplorare le recenti evoluzioni tecnologiche, gli scenari emergenti e le nuove opportunità offerte dal cambiamento epocale che stiamo attraversando e che rappresentano la forza trainante per l’immediato futuro.
A parlarne Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia, Claudia Angelelli, Senior Manager Solution Engineering VMware SEMEA, Eleonora Faina, Direttore Generale di Anitec-Assinform – Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) e Gianluigi Tiberi, co-fonder di UBT, azienda biomedica umbra.

Il mercato digitale in Italia e la cybersecurity

Ad aprire l’incontro è stata Eleonora Faina che ha presentato i dati, elaborati assieme a NetConsulting cube, di andamento e previsioni del mercato digitale in Italia. La manager ha evidenziato come questo mercato, già a partire dal 2018, stia registrando un incremento continuo che nel primo semestre del 2021 ha toccato un +5,7% rispetto allo stesso semestre 2020. Tale crescita è stata spinta da tecnologie quali l’Intelligenza Artificiale e la Blockchain. Per il triennio 2022-2024 le previsioni parlano ancora di crescita: +5,1% nel 2022, +5% nel 2023 e +4,9% nel 2024. I principali driver tecnologici continueranno a essere i Digital Enabler che negli ultimi anni hanno dato un deciso impulso al mercato digitale: Cloud Computing, Big Data, Intelligenza Artificiale, IoT e Cybersecurity.
Grazie alle risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il nostro Paese dovrebbe riuscire a recuperare i ritardi accumulati sfruttando il ruolo strategico delle nuove tecnologie.

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Il rapporto presentato da Eleonora Faina dedica anche un focus particolare alla cybersecurity. La recente diffusione del lavoro da remoto e l’accelerazione della transizione verso il cloud influenzano la crescita di attacchi informatici che creano danni economici sia a soggetti pubblici che privati. In seguito a questa situazione le aziende hanno cominciato a comprendere la necessità e l’importanza di affrontare in modo più strategico e strutturato la sicurezza informatica. Nel 2021 si è assistito ad un forte aumento della domanda di competenze e risorse legate a questo campo. Dall’analisi illustrata da Faina emerge che le aziende puntano ad incrementare la presenza di figure competenti nella Security Analysis (63%) e nella Cloud Security (53%), senza tralasciare però altre specializzazioni che si stanno rivelando sempre più cruciali come per esempio quelle che riguardano l’Incident Response (43%) e la IoT Security (33%).
Anche la sensibilità verso un modello virtuoso di approccio alla cybersecurity, in termini di cultura e formazione delle risorse già presenti, si sta progressivamente affermando. Gli aspetti fondamentali sono:

  • prevenzione – che comprende per esempio l’adeguamento dei sistemi IT grazie all’aggiornamento di software e all’adozione di sviluppo e testing in linea con i principi della Security by design, attività periodiche di Risk e Vulnerability Assessment, Penetration Test;
  • detection – come l’attivazione di sistemi di monitoraggio e il potenziamento delle capacità di rilevamento degli incidenti;
  • risposta – avere team dedicati, ridurre i tempi di ripristino dei sistemi, effettuare simulazioni di attacchi per definire ruoli e capacità di risposta dell’organizzazione.

Lavoro ibrido al primo posto dei trend secondo VMware

Tre saranno le principali tendenze che accompagneranno il 2022 secondo la visione di VMware: il lavoro ibrido, la sicurezza e il cloud.
Per Raffaele Gigantino stiamo vivendo un cambiamento senza precedenti in cui la tecnologia gioca un ruolo determinante. L’accelerazione digitale, stimolata dalla pandemia, e gli investimenti che i vari Paesi stanno facendo in questo ambito, dimostrano che ci sono situazioni che ormai andranno a permeare sempre più le nostre vite. Il lavoro ibrido ne è un esempio, così come l’attenzione alla sicurezza – sia digitale che fisica – e il cloud.
Claudia Angelelli ha posto l’accento su un punto molto delicato, quello della sorveglianza dei dipendenti che lavorano in remoto. Infatti lo studio “The Virtual Floorplan: New Rules for a New Era of Work“, condotto da Vanson Bourne per conto di VMware, riporta che il 70% delle aziende intervistate ha già introdotto o sta pensando di introdurre sistemi di monitoraggio della produttività dei dipendenti nel passaggio al lavoro ibrido. 


In Italia il 36% delle aziende ha già implementato il monitoraggio dei dispositivi mentre il 45% è in procinto di farlo. In seguito a queste scelte, che vanno ad impattare significativamente sul rapporto di fiducia tra azienda e collaboratore, si sta osservando un aumento del turnover dei dipendenti. Per le aziende, secondo la manager di VMware, una soluzione potrebbe essere quella  di orientarsi verso un’organizzazione del lavoro per obiettivi che garantisca quella flessibilità alla quale ormai il lavoro da remoto ci ha abituato, permettendo così una valutazione migliore dei risultati raggiunti. Ciò garantirebbe un impatto positivo sul rapporto di fiducia e andrebbe a contrastare l’eventuale abbandono da parte di molti talenti.


Come già detto, per il 2022, l’attenzione sarà anche verso la cybersecurity e il cloud. Le crescenti minacce sul fronte della sicurezza informatica hanno spinto le organizzazioni a scegliere piattaforme di sicurezza trasformative che vadano ad integrare completamente i processi aziendali, le applicazioni e i servizi. Per quanto riguarda il cloud,  una ricerca VMware ha rilevato che il 75% delle imprese si affida a due o più cloud pubblici. Lo scenario attuale ha portato le aziende a realizzare che il multi-cloud sia un’esigenza attuale del core business, non un ideale futuro, e a comprendere che devono diventare “cloud smart”. Il VMware Digital Momentum Study 2021 ha constatato che quelle organizzazioni che hanno deciso di intraprendere questa strada hanno registrato risultati importanti dal punto di vista dei ricavi con un aumento del 35%. Positivi anche i dati legati ai costi e alle ore spese per l’infrastruttura IT che sono diminuiti del 41%, inoltre c’è stato un 35% di risparmio sulla produttività attraverso una forza lavoro distribuita.

L’esperienza innovativa di UBT

Un significativo esempio di come tecnologia e digitale stiano portando interessanti soluzioni nel settore Health Care viene da UBT (Umbria Bioengeneering Technologies), società biomedica (Benefit Company) con sede ad Assisi. Nata nel 2015 come spin off accademico dell’Università di Perugia, l’azienda si è specializzata nello sviluppo e nella commercializzazione di dispositivi innovativi per imaging diagnostico. La peculiarità di questi strumenti è l’utilizzo di una tecnologia all’avanguardia a microonde invece delle radiazioni ionizzanti dei raggi X. Durante l’incontro Gianluigi Tiberi ha presentato MammoWave, un pionieristico dispositivo per il rilevamento di lesioni mammarie. Elevata accuratezza, sensibilità e specificità, indipendentemente dalla densità dei tessuti mammari, sono i punti forti dello strumento. Inoltre l’esecuzione dello screening non è invasiva, non provoca dolore ed è totalmente innocua. Tutte queste caratteristiche lo rendono indicato non solo per le donne tra i 50 e i 69 anni ma anche per le più giovani. Le performance di MammoWave nella diagnosi aumentano grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e del Cloud Computing. Nel suo intervento Tiberi ha sottolineato come dispositivi di questo genere vadano a incidere positivamente sullo sviluppo della medicina personalizzata. Infatti, grazie ai dati sulla storicità del singolo individuo, è possibile lavorare sulla personalizzazione di prevenzione, diagnosi e terapie.

Impegno per la sostenibilità

In chiusura dell’incontro Raffaele Gigantino ha ricordato l’importanza della sostenibilità. Si tratta di un tema molto caro a VMware che ha reso noto il rapporto ESG (Environmental, Social and Governance) 2021, nel quale viene evidenziata la performance in ambito ESG dell’azienda nell’anno fiscale 2021 e la sua Agenda 2030. I punti chiave del report riguardano:

  • riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) del 19%;
  • mantenimento dell’impegno a utilizzare energia rinnovabile al 100%;
  • supporto a 14.122 organizzazioni non profit a livello globale;
  • coinvolgimento di 26.251 dipendenti in attività di beneficenza;
  • definizione di una nuova struttura di governance per una supervisione efficace e una maggiore responsabilità in ambito ESG;
  • attivazione del VMware Responsible Sourcing Program dedicato ai fornitori.

Con il volume crescente di dati generato ogni giorno, sostenuto e reso possibile dalla continua espansione del cloud, è ancora più importante impegnarsi per decarbonizzare l’infrastruttura digitale che sta alla base di gran parte del mondo di oggi.” ha commentato Gigantino “In VMware abbiamo pubblicato la nostra Agenda 2030, un impegno a raggiungere 30 obiettivi entro il 2030 per creare un mondo più equo, sostenibile e resiliente. Uno degli asset della nostra Agenda 2030 è la ‘sostenibilità intrinseca’: rendere la sostenibilità intrinseca in tutti i prodotti che realizziamo, in tutte le nostre interazioni e in tutti i progetti dei clienti su cui lavoriamo. Questo processo ha inizio con la decarbonizzazione dell’infrastruttura.

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