Copyright, Di Costanzo (Fondazione Italia Digitale): “La via italiana rigida e restrittiva. A vantaggio di pochi e a svantaggio degli utenti e del pluralismo”

 Copyright, Di Costanzo (Fondazione Italia Digitale): “La via italiana rigida e restrittiva. A vantaggio di pochi e a svantaggio degli utenti e del pluralismo”

“Siamo preoccupati per l’implementazione italiana della direttiva Ue sul copyright, ancora più restrittiva e sbilanciata, a tutto svantaggio degli utenti e delle piccole e medie realtà editoriali. Una battaglia tra grandi poteri che porta solo ad un irrigidimento della normativa e ad un’effettiva maggiore difficoltà per gli utenti di accedere alle informazioni e quindi anche ad un aumento della disinformazione. Il decreto italiano inserisce di fatto un obbligo a siglare un contratto, con AgCom che ha il potere di fissare i prezzi, non previsto dalla direttiva Ue e ispirato esplicitamente al modello restrittivo australiano. I criteri fissati per la remunerazione premiano incredibilmente solo i grandi giornali, basandosi ad esempio su anzianità della testata e numero dei giornalisti, di fatto drenando risorse ai piccoli e impattando negativamente sul pluralismo e creando maggiore caos informativo. Inoltre la definizione vaga di estratti brevi, le anteprime, potrebbe portare a un loro blocco e quindi ad un minore accesso alle informazioni. La direttiva Ue parla di “best effort” ovvero migliori sforzi per tutelare il copyright, l’implementazione italiana lo traduce come “massimi sforzi” per rendere il quadro normativo molto più rigido e punitivo. La Spagna, ad esempio, ha avuto un approccio molto più bilanciato e questo porterà vantaggi per l’informazione e il pluralismo. Un aspetto positivo del nuovo decreto legge è il fatto che si intende regolamentare il settore del media monitoring e delle rassegne stampa con un equo compenso per gli editori, grazie alla competenza di un garante super partes come Agcom, rendendo sostenibile il settore e tutelando tutte le parti coinvolte nella fornitura delle rassegne. Il digitale, in tutte le sue forme, dev’essere popolare, non è con la rigidità e la difesa di alcune categorie rispetto ad altre che si incentiva l’innovazione e la crescita di nuove opportunità per tutti. La rivoluzione va gestita e regolata al meglio, ma con criteri di sviluppo e crescita e non di demonizzazione delle piattaforme digitali e di restrizione delle opportunità per le medie e piccole realtà e per l’informazione degli utenti”.

Francesco Di Costanzo, presidente della Fondazione Italia Digitale

Così Francesco Di Costanzo, presidente della Fondazione Italia Digitale, commenta l’implementazione italiana della direttiva Ue sul diritto d’autore.

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