Contro le fake news l’Europa punta sull’Osservatorio Italiano Media Digitali

 Contro le fake news l’Europa punta sull’Osservatorio Italiano Media Digitali

Le fake news sono pericolose e lo abbiamo appurato, a nostre spese, durante questi mesi di pandemia. Ma se da un lato la disinformazione trova terreno fertile sul web attraverso chat e social, è anche vero che, a livello globale, molti paesi stanno diventando sempre più sensibili al problema. L’Europa, in particolare, è schierata in prima linea contro le fake news grazie ad una serie di azioni che mirano a contrastare il fenomeno. Una strategia che passa anche attraverso le attività dell’Osservatorio Europeo dei Media Digitali (EDMO). E’ su questa scia che si inserisce anche l’IDMO (Italian Digital Media Observatory), uno degli 8 hub selezionati a livello europeo e che hanno ricevuto un primo finanziamento come fase di start up di 11 milioni di euro. Il progetto dell’Osservatorio Media Digitali in Italia è coordinato dall’ateneo Luiss Guido Carli insieme a Rai, Tim, Gruppo Gedi La Repubblica, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica e con la collaborazione di Alliance of Democracies Foundation, Corriere della Sera, Fondazione Enel, Reporters Sans Frontières, The European House Ambrosetti. La strategia dell’Osservatorio per contrastare le fake news si basa sul monitoraggio del flusso di informazioni e sull’uso dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è identificare i target più influenzabili dalle fake news, capire i meccanismi che spingono gli utenti a condividerle e individuare azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno, come pratiche positive nell’uso dei media digitali attraverso la e-literacy e il fact-checking.

Contro le fake news l’Europa punta sull’Osservatorio Italiano Media Digitali

In riferimento proprio all’Italian Digital Media Observatory, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha evidenziato come “l’ondata di disinformazione e fake news cui abbiamo assistito negli ultimi anni, in Europa e nel mondo, rischia di indebolire il diritto a una corretta informazione, che è alla base dei principi di cittadinanza democratica”. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Giuseppe Moles, ha sottolineato, invece, come le istituzioni non possano “non dare il proprio contributo. Vogliamo anche studiare una campagna contro la disinformazione”. L’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, ha spiegato, inoltre, come per la Rai “è un dovere partecipare a questa iniziativa per una capillarità nel territorio che è una straordinaria ricchezza per la possibilità di inclusione e prossimità”. Mentre per l’AD della TIM Gubitosi, è necessario “un autocontrollo delle piattaforme” in quanto responsabili dei contenuti che pubblicano. L’evento di presentazione dell’Osservatorio è stato coordinato dal direttore del Luiss DataLab, Gianni Riotta: “Lavoreremo – ha detto – per insegnare a distinguere il vero dal falso”. Intanto, la disinformazione negli ultimi mesi è aumentata del 500% nel nostro paese, mentre in America il 20% dei cittadini non crede alla scienza e in Inghilterra il 50% degli abitanti non crede alla stampa. 

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