Blockchain per la trasparenza della filiera alimentare

 Blockchain per la trasparenza della filiera alimentare

Il Gruppo Jubatti fa il passaporto delle sue carni e garantisce la trasparenza della filiera, grazie a Consulenza e Risorse e alla blockchain

Grazie al progetto ideato e coordinato da CeR, che vede coinvolta anche la startup Farzati Tech per lo sviluppo della tecnologia blockchain, l’azienda milanese con sede anche in Abruzzo sarà in grado di mostrare, alla fine del progetto previsto per la fine del 2022, al consumatore, in modo incontrovertibile, grazie all’impronta digitale, l’origine delle materie prime e i metodi etici di allevamento e di lavorazione delle carni del Gruppo Jubatti.

Consumatori sempre più consapevoli e, proprio per questo, diffidenti verso i cibi che finiscono sulle loro tavole. Secondo uno studio condotto da IBM in collaborazione con la National Retail Federation (NRF), il 79% dei consumatori è attento ad acquistare prodotti sani e di qualità, per i quali è disposto a mettere da parte le logiche del prezzo più conveniente in favore di brand che producono secondo valori, quali trasparenza, sostenibilità e coerenza. E, per avere la certezza che quello che sta acquistando risponda alle sue aspettative, si informa sull’origine e sulle qualità organolettiche degli alimenti, tenendo conto delle certificazioni di provenienza dei prodotti e della loro tracciabilità lungo tutta la filiera. 

Tuttavia, non sempre ci sono metodi che consentano al consumatore di fare valutazioni oggettive e non di rado si sente parlare di frodi alimentari. Il Report 2020 dell’attività operativa dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (Icqrf) ha mostrato come siano ancora molto diffusi fenomeni di italian sounding e contraffazioni ai danni del made in Italy agroalimentare e dei consumatori: a seguito di oltre 70.000 controlli (anche fuori dai confini nazionali),  in particolare sulle attività di controllo per l’e-commerce a tutela delle Indicazioni Geografiche, sono stati sequestrati 22 milioni di kg di merce per un valore di oltre 21 milioni di euro. Su 37.508 operatori ispezionati e 77.080 prodotti controllati, le irregolarità hanno riguardato l’11% dei prodotti e il 7,4% dei campioni analizzati.

A  Guardiagrele (CH) un antico borgo nel cuore del Parco Nazionale della Majella in Abruzzo, nel 1945 una giovane donna, Gabriela Francescucci (coniugata Iubatti) ha fondato la macelleria Jubatti, una bottega che da allora ne ha fatta di strada. Oggi infatti il Gruppo Jubatti – nato dall’acquisizione da parte di Soalca srl (che detiene il marchio Jubatti Carni) delle attività dell’ex Molteni Carni in Piemonte a seguito della quale è stata fondata la società Juvica srl – serve con le sue carni molte insegne della GDO su tutto il territorio nazionale.

Alla guida del Gruppo Jubatti, dopo oltre 70 anni di attività, resta ancora la famiglia Iubatti, garante del rispetto dei valori di trasparenzaaffidabilità e genuinità dei prodotti. “Oltre a nutrire un grande rispetto per il passato, guardiamo costantemente al futuro – spiega Francesco Iubatti Direttore Generale di Soalca srl e Amministratore Delegato di Juvica srl – Il nostro ultimo progetto è quello della tracciabilità agroalimentare per la carne bovina, grazie alla blockchain. Abbiamo colto le nuove esigenze del consumatore e a novembre 2019, abbiamo individuato in Consulenza e Risorse il partner ideale per creare una linea di azione strategica che avesse come obiettivo lo sviluppo di un PoC (Proof of Concept) per garantire la trasparenza e la qualità della nostra carne bovina”.

La messa in pratica delle intenzioni del Gruppo è stata affidata a un team dedicato della società ‘Consulenza e Risorse, con sedi a Milano e Pescara: “Il nostro metodo di lavoro parte sempre da un’analisi del contesto dove andremo ad agire e della fattibilità del progetto – spiega Luigi Jovacchini, co-founder e CIO di CeR che coordina il progetto – Fatte le nostre verifiche preliminari, il nostro comitato scientifico ha individuato nella tecnologia BluDev® di Farzati Tech, partner tecnologico di cui CeR detiene il 20%, la soluzione più idonea per raggiungere gli obiettivi del Gruppo Jubatti. Abbiamo dapprima realizzato un assessment iniziato i primi di maggio 2021 e conclusosi a  fine giugno 2021 e solo successivamente si è deciso di dar vita al progetto che prenderà l’avvio nelle prossime settimane, seguito da un team di otto professionisti di CeR e da Farzati, sempre in sinergia con il Gruppo Jubatti”. 

Blockchain

Dalla Bio Finger Print al Foodpassport, certificato tramite blockchain

La BluDev di Farzati sfrutta le potenzialità di alcune tecnologie brevettate di ultima generazione, capaci di individuare l’origine unica dei prodotti e di catalogarli, creando per ciascuno di essi un’impronta digitale, grazie a prelievi e analisi nel tempo. In questa prima fase del progetto sono stati individuati alcuni bovini per lo più di razza limousine a cui saranno applicati dei chip al loro arrivo nelle stalle. Da qui in poi tutte le fasi, incluse la macellazione, la lavorazione, il packaging e il trasporto a temperatura fino ai canali di distribuzione, saranno sempre tracciate con l’assegnazione del foodpassport, certificato tramite blockchain.

Il foodpassport, assegnato a ogni lotto di carne, raccoglie e conserva in un ID digitale unico, tutte le caratteristiche verificate e certificate di un prodotto, consultabili dal consumatore in modo semplice e intuitivo tramite la scansione di un QR Code che sarà apposto sull’etichetta della confezione. “Il passaporto contiene le informazioni che il consumatore cerca quando sceglie la carne, ma rappresenta anche un’opportunità per i rivenditori di accedere a informazioni sicure e di soddisfare le aspettative della domanda. Questo sistema tecnologico brevettato costituisce un vantaggio competitivo per il Gruppo Jubatti, che, così facendo, anticipa la richiesta di conoscere il ciclo di vita dei prodotti, dall’origine alla tavola, per i quali gli utenti sono disposti anche a spendere di più” continua Jovacchini.

Per il Gruppo Jubatti l’impegno in questo progetto è soprattutto una questione etica e di responsabilità: “Il PoC ha un obiettivo particolarmente importante per il Gruppo Jubatti, perché non ha un valore di marketing (seppure ci restituisca una serie di informazioni molto utili sui nostri clienti) – prosegue Francesco Iubatti – Il progetto sviluppato da CeR, si prefigge infatti di rendere fruibili, certi e immutabili i dati di alcune razze bovine, durante le varie fasi di crescita sino al confezionamento. La certificazione e la valorizzazione della lavorazione delle materie prime alimentari lungo tutta la filiera era un tassello mancante sia per tutelare il consumatore ma soprattutto per proseguire e aumentare l’impatto di processi d’innovazione aziendali green e sostenibili, includendo anche la tutela del benessere degli animali coinvolti. Il Gruppo Jubatti sta seguendo da anni un percorso votato alla sostenibilità ambientale, che si concretizza  anche in progetti di efficientamento energetico e di economia circolare, come il riutilizzo di scarti di lavorazione o la scelta di packaging riciclabili.”.

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