Ipotesi Metaverso: a Roma la mostra dedicata alla realtà digitale

 Ipotesi Metaverso: a Roma la mostra dedicata alla realtà digitale

Il gotha degli artisti internazionali contemporanei “messo in cortocircuito” con opere storiche mondiali per dare vita a nuove dimensioni spazio esistenziali in un viaggio immersivo tra linguaggi e visioni, virtuale e reale. Arriva a Roma, a Palazzo Cipolla, Ipotesi Metaverso, la mostra evento dedicata alla realtà digitale, la prima del genere su scala internazionale, ideata dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele e a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi.

Trentadue artisti (16 storici e 16 contemporanei) dialogano tra loro nel territorio dell’immaginazione, dal Barocco a oggi, lungo 15 ambienti diversi per altrettanti percorsi multimediali e multisensoriali in cui non c’è una distinzione tra fisico e immateriale ma una vera e propria comunicazione tra le diverse arti che gli artisti hanno immaginato con le loro ipotesi di mondi. L’idea dei curatori è avvicinare lo spettatore alle nuove tecnologie con un approccio differente in cui l’ausilio della tecnologia non si traduce in sottrazione di creatività ma in maggiori possibilità per l’artista di portare il visitatore all’interno del metaverso.

IL LATO ETICO DELLA MOSTRA

È una mostra laboratorio in cui la consistenza tra le diverse dimensioni si tiene in un equilibrio perfetto. Nell’arco di pochi metri il visitatore vive al contempo un’esperienza fisica, ammirando quadri e sculture, e pochi metri dopo esperienze multisensoriali attraverso l’altalena immersiva o il visore di realtà aumentata; sculture blockchain o l’intelligenza artificiale. Non si tratta di un elogio incondizionatamente entusiasta del metaverso, avvertono i curatori, ma un’occasione per stimolare il senso critico del visitatore rispetto a questa realtà. Gli stessi artisti si interrogano sulle varie sfumature di questo nuovo mondo proponendo le loro ipotesi, per l’appunto.

GLI ARTISTI IN DIALOGO

La mostra vede insieme opere storiche di Carlo Maratti, Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Fortunato Depero, De Pistoris, Giorgio de Chirico, Maurits Cornelis Escher, Victor Vasarely, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Giuseppe Fiducia, Pier Augusto Breccia, Alfredo Zelli, Cesar Santos, e opere site-specific di alcuni tra gli artisti digitali più innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale: Robert Alice, Refik Anadol, Alex Braga, Joshua Chaplin, Sofia Crespo e/and Feileacan McCormick, Damjanski, Primavera De Filippi, fuse*, Fabio Giampietro con/with Paolo Di Giacomo, Krista Kim, Mario Klingemann, Pak, Joe Pease, Federico Solmi, Sasha Stiles, Pinar Yoldas. 

IL VISITATORE IMMERSO IN UNA DIMENSIONE PHYGITAL

 «Ipotesi Metaverso è una delle prime mostre internazionali a porsi domande sul concetto tecnologico/esistenziale di Metaverso – commentano i curatori – attraverso una serie di esperienze multisensoriali e multimediali create dal genio di artisti contemporanei messi in dialogo con opere “materiali” di artisti storici o tuttora operanti che hanno creato altri mondi, dal Barocco ad oggi, con spazi mentali ed illimitati. Il visitatore si immerge così in una dimensione phygital (unione di fisico e digitale), che è poi quella che ci si prospetta nella vita quotidiana dell’immediato futuro. L’ultima frontiera del Metaverso appartiene al mondo dei social media e degli spazi virtuali in VR (realtà virtuale), in AR (realtà aumentata) e costruiti su tecnologia blockchain, un sistema di archiviazione dati non centralizzato e crittografato. In questi mondi ognuno di noi può incarnarsi nel proprio gemello digitale (avatar) o trasformarsi in quello che abbiamo sempre desiderato. Il Metaverso non è regolato dalla fisica terrestre e ogni oggetto al suo interno può essere importato dal mondo reale o creato ex novo dalla nostra fantasia. Anche l’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste realtà in cui l’uomo, la natura e la tecnologia possono trovare una nuova sinergia, ibrida e armonica, verso un umanesimo digitale».

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