Quando il digitale non è più un tabù, nemmeno in sanità

 Quando il digitale non è più un tabù, nemmeno in sanità

Il digitale e l’intelligenza artificiale permeano ormai la vita di tutti i cittadini. Moltissime attività, a volte senza una piena percezione dall’utente, sono automatizzate e non gestite completamente dal lavoro umano: dal marketing al riconoscimento facciale, dai chatbot ai veicoli autonomi, dall’automazione di processi predeterminati alla robotica applicata.

Spesso vengono automatizzate alcune parti ripetitive e a basso valore aggiunto di solito svolti dall’uomo, cercando così di ridurre errori, e aprendo nuove strade allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Ma l’intelligenza artificiale è appunto intelligente e sta imparando, sviluppando sempre di più la capacità di migliorare le proprie performance e apprendendo grazie ad algoritmi o al machine learning.

Un processo da cui neppure il settore della sanità è escluso visto soprattutto che secondo il Sole24Ore, “almeno 1,5 milioni di italiani sono senza il medico di fiducia. Alcuni sono costretti ad appoggiarsi a studi completi. Altri si affidano a sostituti. Ma i numeri reali degli italiani sprovvisti del medico di famiglia potrebbero essere molto più grandi”. E ancora: 35.000 medici andranno in pensione entro il 2027 e 15 milioni di italiani potrebbero restare senza medico di base entro 6 anni. Per gli infermieri la situazione sembra essere ancora più critica: il loro numero è nettamente inferiore alla media europea (oggi ne mancano più di 60 mila, quasi 27 mila al nord, circa 13 mila al centro e 23.500 al sud e nelle isole).

In quanti si sono affidati a Dr. Google per colmare dei vuoti o per tentare un’autodiagnosi? Secondo alcuni studi, si arriva a 4 miliardi all’anno di ricerche che partono dall’Italia (con un tasso tra i più alti in Europa).

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La pandemia ha, in parte, amplificato il fenomeno della cosiddetta “Sanità Digitale”, posizionando l’healthtech in un mercato in forte espansione e crescita

In questo quadro si muove Lami, start-up che opera nel mondo sanitario, nata proprio durante la pandemia per offrire servizi di assistenza primaria. È una piattaforma di primary care che fornisce risposte su sintomi e condizioni di salute, cure primarie e prevenzione.

La nostra sfida è rivoluzionare il modello tradizionale di medicina primaria, rendendolo meno dipendente dalla figura del singolo medico ma più universale ed accessibile. Attraverso l’uso di intelligenza artificiale, Lami vuole aiutare le persone a mettere a fuoco il proprio bisogno e definire il percorso di salute più adeguato – spiega Davide Barenghi, Ceo di Lami – Per farlo, ricorriamo a strumenti tecnologici che permettono, assieme al personale medico che lavora con noi e alla loro esperienza clinica, di dare risposte scientifiche e veloci e rendere più efficiente possibile la relazione medico-paziente”. 

Un esempio? La telemedicina che offre infatti la possibilità di ricorrere da remoto a consulti medici, da qualsiasi luogo, snellisce code e accorcia i tempi per visite ed esami, ottimizzando i tempi per tutti: pazienti e professionisti.

Come racconta Harrison Milao, CTO Lami: “L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore sanitario, consentendo ai medici di prendere decisioni cliniche e individuare precocemente possibili malattie. La cosa più emozionante della tecnologia che stiamo creando in Lami è che può avere un impatto su migliaia di persone ogni giorno, e questo è un grande passo per democratizzare l’assistenza ai pazienti di tutto il mondo“.

Lami sta sviluppando inoltre un servizio all’avanguardia: un symptom checker basato su un software di intelligenza artificiale e su protocolli medici che rende possibile interrogare il sistema su eventuali sintomi, e ricevere una risposta immediata che indirizza il paziente sulle azioni da intraprendere o sugli esami da effettuare. 

Il primo step in questa direzione è rappresentato da Lami-X, il tool rilasciato da poco che configura check-up personalizzati sulla base di una semplice interazione: in entrambi i casi lo scambio di informazioni, essendo automatizzato, è riservato e consente al paziente di agire e rispondere in massima libertà, superando eventuali barriere e tabù.

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