L’ Artificial Intelligence sta diventando realtà

 L’ Artificial Intelligence sta diventando realtà

Alla web conference di The Innovation Group riflessioni e spunti su come Analytics, Machine Learning, Data Science, AI, Deep Learning stanno trasformando le organizzazioni

Ha avuto luogo, lo scorso martedì 14 dicembre, la web conference “L’ Artificial Intelligence sta diventando realtà” organizzata da The Innovation Group (TIG), azienda di consulenza specializzata nello studio delle evoluzioni del mercato digitale e nei processi d’innovazione abilitati dalle tecnologie e dalla conoscenza. 
Obiettivo dell’evento: ragionare e fare il punto su come sfruttare le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche legate all’ Intelligenza Artificiale per trasformare il proprio modello di business, ma non solo, e con una particolare attenzione anche agli aspetti etici e giuridici che ne possono derivare.
Tre i nuclei tematici delle relative sessioni moderate da Roberto Masiero, Presidente di The Innovation Group:

  • La roadmap verso l’Artificial Intelligence
  • Dati, architetture ibride e multicloud, analytics e tecnologie AI
  • Intelligenza Artificiale e trasformazione dei modelli di business. Le best practice

Alla prima sessione hanno preso parte Rita Cucchiara, Professore Ordinario Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e autrice del libro “L’intelligenza non è artificiale”, Fabio Fossa, Docente al Politecnico di Milano e Salvatore Sapienza, Docente all’ Università di Bologna, Co-Autori di “Intelligenza Artificiale”, e infine Giorgio De Michelis, Professore di Informatica Teorica e Sistemi Informativi presso l’ Università degli Studi di Milano Bicocca.

Da questo panel di relatori è emerso che oggi l’ Intelligenza Artificiale è ormai una realtà concreta: non si parla solo di ricerca accademica ma anche delle applicazioni e dei processi correlati introdotti nelle varie organizzazioni a livello globale.

L’ AI non è più solo un Imitation Game, un sistema che emula il nostro cervello, bensì un sistema intelligente capace di analizzare dati per apprendere, ragionare e prevedere. In tutto il mondo gli investimenti sono ingenti e tra le dieci aziende più capitalizzate ben otto sono produttrici di Intelligenza Artificiale.
Nel nostro Paese si stanno compiendo grandi passi in avanti sull’introduzione dell’ AI nella strategia di crescita, anche con finanziamenti dedicati. Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha firmato infatti di recente il decreto attuativo del Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things, istituito dal Mise con una dotazione iniziale di 45 milioni di euro, per promuovere la competitività e la produttività del sistema imprenditoriale italiano con progetti di ricerca e innovazione tecnologica legati al programma transizione 4.0 (*).

In questo contesto diventa anche necessario fare un discorso etico sull’ AI. Si parla quindi di autonomia funzionale, cioè della capacità di eseguire un compito dato senza il bisogno di supervisionare o intervenire sul funzionamento, permettendo di delegare in toto delle operazioni.
Le riflessioni riguardano principalmente due aspetti. Il primo è l’uso in termini di tipologia e relazione con i valori della società. Uno stesso artefatto, per esempio un drone, può essere usato per scopi benefici se trasporta medicine oppure può diventare un’ arma per scopi bellici o terroristici. Il secondo aspetto è legato a bias che possono derivare dall’uso di reti neurali costruite su basi pregiudiziali indipendentemente dall’utilizzo che ne facciamo.
Diventa perciò importante ragionare di responsabilità giuridica nel campo dell’ AI, chiedendosi su chi essa ricade e aprendo varie ipotesi tra cui quella di individuare nell’algoritmo stesso il soggetto responsabile cui viene riconosciuta l’attribuzione di responsabilità, ma nel nostro attuale ordinamento la responsabilità deve essere umana.

L’ Artificial Intelligence sta diventando realtà

La seconda sessione ha visto gli interventi di Alessandro Ferrari, CEO di Argo Vision, Alessandro Azzaroni, Head of Strategic Innovation presso Injenia – Gruppo Maggioli, Darya Majidi, Ceo a Daxo Groupe Presidente di Donne 4.0, Andrea Zinno, Data Evangelist di Denodo, Corrado De Bari, Master Principal Cloud Solution Engineer Data Analytics & AI/ML in Oracle, Gianluca Colombo, Senior Manager Western Europe, Storage Platforms Solutions in DELL Technologies, e Dario Freddi, Co-CEO di SECO Mind.

Grazie alle testimonianze dei partecipanti a questo panel, si sono analizzati temi quali lo sviluppo di algoritmi di computer vision per dispositivi a carico computazionale molto basso e la trasformazione digitale del business aziendale grazie a soluzioni tecnologiche innovative. Si è sottolineata l’importanza della creazione di ecosistemi in cui conoscenza e dati supportano nel processo decisionale al fine di compiere le scelte migliori. In questo modo si va a spingere processi di data discovering che portano le aziende a passare da strategie di business data-driven a insight-driven.

In Italia, nel campo dell’ Artificial Intelligence, le opportunità lavorative sono moltissime, ma purtroppo c’è scarsità di competenze, di persone qualificate, e quello che soprattutto manca é il contributo femminile. Infatti solo il 17% delle donne è impiegato in questo settore e ciò va a ripercuotersi sulla knowledge base informatica che risulta “sporca” a causa della presenza di bias. Un esempio per tutti è la creazione di applicazioni nel campo dell’Health Care che necessariamente devono prendere in considerazione la medicina di genere, ma se nei gruppi di creazione non vi è la presenza femminile, si rischia appunto di sviluppare sistemi incompleti.
Ciò che si auspica è che si rifletta concretamente su concetti di etica e di equità  evitando di cadere del fenomeno del cosiddetto “pink washing”.

Un altro aspetto nodale presente nel nostro Paese è che le aziende italiane non solo hanno grandi quantità di dati che non sono utilizzati o non sanno come utilizzarli, ma troppo spesso non sono consapevoli del valore del loro patrimonio informativo. A tal proposito, per ottenere il massimo dai dati, può rivelarsi vincente un approccio basato su Data Lake piuttosto che su Data Warehouse. Il primo consente di recuperare e organizzare i dati, in base al tipo di analisi che si vuole fare, in modo semplice e potente al tempo stesso, il secondo, invece, necessita di un modellamento dei dati prima di immagazzinarli, non premettendo di sfruttarli appieno.

La terza e ultima sessione ha avuto i contributi di Maurizio Zaggia, Customer Experience Business Solution Manager presso Noovle (Gruppo TIM), Andrea Zanzottera, Head of Data Intelligence & Cross Selling di Banca Widiba, Fabio Romano, Responsabile Servizi di Assistenza e Contact Center per Infocamere, e Stefano Casalegno, Chief Innovation & Sustainability in ENAV.

Durante questo panel, tra le altre cose, si è potuto scoprire quanto e come il settore bancario stia cambiando grazie all’apporto dell’ Intelligenza Artificiale. Solo il 47% delle aziende italiane ha intrapreso azioni di business partendo dai dati e riescono ad essere competitive quelle che, come Banca Widiba, pongono al centro delle loro strategie di marketing proprio l’utilizzo del dato grazie a strumenti di business intelligence per migliorare il servizio, di customer intelligence per individuare problemi e fattori di rischio, e di marketing automation per elaborare modelli predittivi e suggerire le azioni più idonee.

Nel campo del cloud, interessante è un progetto al quale sta lavorando Noovle e che riguarda un modello di estrazione della conoscenza da dati non strutturati. L’obiettivo è quello di realizzare un motore di ricerca semantica che vada a mappare il contenuto di documenti di forma arbitraria all’interno di un knowledge graph.

Nel mondo del Registro delle Imprese e delle Camere di Commercio, invece, Infocamere investe nell’impiego delle tecnologie legate all’ Artificial  Intelligence sviluppando piattaforme digitali per semplificare i rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione. Recentemente è stato introdotto un assistente digitale che ha ridotto sensibilmente il numero delle chiamate.

Importante è anche l’applicazione dell’ Intelligenza Artificiale nel controllo del traffico aereo dando non solo un valido contributo in termini di organizzazione e miglioramento dei processi ma anche nell’impatto positivo che proprio il ripensamento di questi processi porta nel campo della sostenibilità economica, ambientale  e sociale. Significativa è l’esperienza di ENAV con il progetto CORA (Conflict Resolution Advisory) che fornisce un grande supporto decisionale agli operatori in torre di controllo legato alla segnalazione di possibili conflitti nelle traiettorie indicate dall’aeromobile suggerendo anche la traiettoria migliore e più efficiente da seguire. Inoltre le azioni del Flight Efficiency Plan e delle Free Routes impattano positivamente sulle modalità di volo, la preparazione alla partenza e all’arrivo a terra, sul risparmio di carburante e sulle emissioni di CO2.

Senza dubbio la web conference ha consentito di conoscere ed esplorare molti campi di applicazione dell’ Intelligenza Artificiale grazie ai contributi, come abbiamo visto, di esperti nel campo dello studio e della ricerca tecnologica e alle testimonianze di coloro che ne usufruiscono all’interno di imprese e strutture. Gli stimoli sono stati molti e interessanti e portano a riflettere e ragionare su come rendere effettiva l’ AI senza trascurare gli impatti rilevanti su etica e policy pubbliche.

Qui maggiori dettagli sulla web conference.

(*) Fonte: https://www.ansa.it/industry_4_0/notizie/protagonisti/2021/12/09/dal-mise-45-milioni-per-intelligenza-artificiale-e-blockchain_74ddd2bc-0dcf-4e46-8295-93cd1b048019.html

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